Il progetto-disco “Fuddia” nasce dall’incontro fra dominanti musicali che partono dal centro culturale ed etnico della Sicilia e si accorpano a mondi che hanno nostalgia di un lontano indefinito, musicalmente e geograficamente.
In seno a una ricerca che vuole riappropriarsi della centralità delle composizioni, armonia e melodia al centro, con lingue diverse, dal dialetto, all’italiano, passando per il portoghese. Rivendicando la trasparenza di una voce che è spogliata da tendenze estetizzanti e cerca la pura nitidezza interpretativa per condurre i testi.
Testi che vengono da una ricerca anche extra-musicale, in quanto la scrittura dei brani concerne anche la poesia contemporanea e le sue voci molteplici. Quasi versi cantati sono alcuni dei brani di questo lavoro. Versi cantati e resi attraverso una melodia che è la sintesi di una World music che reca le tracce di Modugno, della Balistreri, di Aznar, ma in forma ridotta, quasi minima.
I suoni e la ricerca dei timbri hanno il senso di una contemporaneità ibrida, crossover, con sax tenore, flauto, oboe, e linee che toccano tanto la partitura classica, quanto il free jazz, come momenti di sola chitarra o di percussioni che hanno forma in un senso dell'”origine”, del ritorno a forme neutre di autenticità.
Un etnico che vuol però affermare la centralità del testo, la necessità e l’abbattimento di ogni atteggiamento di stile, e di tendenza.
“Fuddia” che in dialetto siciliano vuol dire tanto “follia” quanto voce del verbo “girare, girovagare”.
Senza cercare di miscelare folcloristicamente mondi superficialmente del sud, si cerca in questo lavoro l’energia di un luogo indefinito, in cui tante forze possono coesistere naturalmente, sulla base di strutture musicali affini verso una nuova idea di canzone d’autore, che non tema di andare oltre gli stigmi e i clichè del tempo.